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  • Immagine del redattoreSocietas Italica Rosae+Crucis

Nel Segno del Buon Pastore



Disposti a forma di Croce nello spazio consacrato del Tempio Mistico, ognuno raccolto nella propria intima interiorità ma sempre spiritualmente rivolto al Divino, entrano i celebranti della Societas Italica Rosae+Crucis. La pesante Croce nera che porto sul cuore, simbolo dell’insostenibile fardello karmico che mi trascino di vita in vita, la benda attorno agli occhi, simbolo della dolorosa cecità che affligge l’umanità, le fredde catene di metallo che mi legano mani e polsi, simbolo della nostra limitata capacità di libera azione per il Bene. Come il Poeta, smarrito nel “cammin di nostra vita”, così io, titolato “Peregrinus de Faustis”, colui che vaga nella natura selvaggia, vengo fin qui condotto da un destino ignoto e più grande di me, un fato tutto sommato benevolo e compassionevole, come luce che, per quanto flebile, mai si spegne nelle asperità della vita.


Di fronte a me, celato al mio sguardo, l’altare della Rosa+Croce con le sue 30 candele bianche, simbolo del cammino terreno del Nazareno, il quale, nei suoi primi 30 anni di vita, ricevette i tre involucri di fisico, eterico ed astrale, affinché fossero preparati ad accogliere quell’irripetibile evento nella storia cosmica tutta: la discesa dai Mondi Celesti dell’Altissimo Spirito Solare, la Seconda Persona del Logos, il Figlio, accorso in estremo sacrificio come atto d’Amore ineffabile verso un’umanità sempre più in decadenza. E le 3 candele rosse, simbolo non solo dei Tre Logoi, ma anche dei 3 anni durante i quali il Cristo dimorò quale Io-Sono incarnato nei tre involucri del Nazareno, per svolgere la Sua azione sublime, culminata nel Mistero del Golgota, di conferire un Io autocosciente a tutti gli uomini e redimerli così dal giogo degli spiriti dell’ostacolo.


Così vengo accolto, a passi incerti e nella fragilità della mia natura umana, avvolta dalle tenebre della mortalità, ma dotata della sacra scintilla, la quale a null’altro anela se non essere accolta, un giorno, con dignità nelle Sfere Celesti.

Ma ecco che subito vengo smascherato, costretto ad ammettere la mia triplice ignoranza: "Non conosco Dio, non conosco la Natura e non conosco me stesso!", confesso umilmente.

Tuttavia, una possibilità mi viene offerta, affinché il mio cuore e le mie reali intenzioni vengano “saggiate come oro nel crogiuolo”, percorrendo il tortuoso Sentiero del Serpente, al cospetto dei 4 Antichi degli Elementi.

Il primo dei 4, l’Antico della Terra, cerca in tutti i modi di ammonirmi che polvere sono e polvere ritornerò. Eppure, nonostante il pesantissimo monito, la sua saggezza mi svela la sublime verità con cui posso scrollarmi di dosso maya, l’ottusa illusione, che mi identifica con il mio corpo fisico. Esso è sì riempito dalla cenere della materia, ma il suo archetipo è stato forgiato nella grande fornace del divino. Un giorno, presto o tardi, si avvereranno le parole del Cristo: "Voi sarete il Sale della Terra", così che saremo sciolti dal giogo del carro della morte. La prima Parola di Passo è infatti “Immortale”.

Il secondo dei 4, l’Antico dell’Acqua, tuona parole roboanti come i flutti del mare che si infrangono sugli scogli. Mi ricorda l’immane potenza delle acque che può annientare intere civiltà, come toccò in sorte all’Atlantide, oppure tramutarsi in pioggerella primaverile, dispensatrice di vita e salute. Come la linfa che scorre negli alberi ed il sangue che scorre nelle vene, tutto è penetrato dall’elemento liquido e irrorato di vita. Tutto è stato concepito e partorito nell’umidità vivente. La stessa Coppa del Graal ha raccolto il vivissimo sangue del Figlio, il quale ha irrigato la Terra al compimento del Mistero del Golgota. La seconda Parola di Passo è infatti “Nascita”.

Il terzo dei 4, l’Antico dell’Aria, sussurra come il vento parole altamente spirituali. Provo subito un senso di gratitudine perché mi descrive come lo Spirito sia stato insufflato, all’inizio dei tempi, come prana sottile, nel primo uomo, l’Adam Kadmon, per vivificarlo ed elevarlo dalla polvere ove giaceva inerte. Se infatti possiamo vivere settimane senza il nutrimento della terra, giorni senza il fluido dell’acqua, solo pochi secondi ci restano se privati dell’alito del respiro. Possiamo fare ritorno all’aldilà per mancanza di ossigeno, morendo, o compiere il vero ritorno da vivi nella spiritualità dei Cieli. La terza Parola di Passo è infatti “Ritorno”.


L’ultimo dei 4, l’Antico del Fuoco, custodisce il più misterioso degli elementi. Esso è l’origine ancestrale della vera vita, non già come fuoco che brucia, ma, ancor prima che si manifesti nella fiamma, esistente come puro e semplice calore. Ancor più sottile del calore percepibile dalla temperatura di un oggetto: il vero fuoco-animico, impalpabile sostanza spirituale dalla quale è stato forgiato il primissimo fantoma umano ad opera dei Troni. La quarta Parola di Passo è infatti “Inizio”.


D’un tratto crollano le catene, a brandelli le bende, in pezzi la nera Croce del Karma. Il cammino è appena iniziato, un primo fondamentale passo è stato compiuto. D’ora in poi non più Karma ma la via del Dharma. Balenano nella mente le Parole "Io Sono la Via, la Verità, la Vita". Celebrante, Suffragante ed Esponente mi spronano ad accogliere una più perfetta visione del tutto!

"In principio era il Logos!", decreta il primo.

"Venne nel mondo la Vera Luce!", annuncia il secondo.

"A quanti l’hanno accolto, ha dato potere di diventare Figli di Dio!", ammonisce il terzo.


È finalmente tempo per me di essere accolto tra la rugiada dei petali della Rosa Mistica affinché possa assaporarne il nettare racchiuso nel quadruplice significato della parola I.N.R.I. a cui mi accosto con timore e reverenza onde evitare che le spire del Serpente e gli artigli del Drago la possano intaccare. Di fronte a me si apre il percorso alchemico rinnovato dalla forza spirituale di Christian Rosenkreutz ma che prese il via dall’impulso dello Spirito Solare durante gli eventi di Palestina: colui il quale pose fine alla legge del taglione e alla fratellanza del sangue e inaugurò la fratellanza dello spirito. Con le braccia sul petto, la destra sulla sinistra, nel segno del Buon Pastore, vengo accolto al grado di Zelator affinché una nuova luce penetri nel mondo.


– Un Frater della S.I.R.+C.


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