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Le origini storiche dell’Alchimia

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È vero, certo e senza menzogna, che tutto ciò che è in basso è come ciò che è in alto; e tutto ciò che è in alto è come ciò che è in basso , per compiere il miracolo di una sola Volontà . Così come ogni cosa trae origine dall’ Essere Unico e dal Suo Verbo , allo stesso modo tutte le cose Gli devono la loro esistenza per ordine della Natura e possono essere migliorate armonizzandosi col Suo Spirito. – ERMETE TRIMEGISTO

Da un punto di vista tradizionale, si ritiene generalmente che l’Alchimia abbia avuto origine nell’Antico Egitto . Per essere più precisi , si racconta che Ermete Trimegisto, a cui si attribuisce la “Tavola di Smeraldo” , l’avrebbe istituita al fine di “manifestare sulla Terra la potenza e la saggezza degli Dei”. È proprio per questo che viene spesso qualificata come “Scienza Ermetica“ nelle opere mistiche . Niente tuttavia consente di affermare che Ermete Trimegisto sia stato un personaggio realmente esistito . Secondo alcune fonti, si tratterebbe piuttosto di un Collegio raggruppante degli Iniziati che frequentavano le scuole dei misteri dell’epoca. Quanto alla leggenda, dice che Ermete Trimegisto fosse il figlio del dio Toth , considerato dagli Egiziani dell’Antichità come il detentore della saggezza, l’inventore della scrittura e l’ispiratore degli scribi.


Per confermare le origini egiziane del termine “alchimia“, molti autori affermano che deriva dal termine siriaco “kemia“ che significa “terra nera“ , nome con il quale era conosciuto l’Egitto nell’Antichità . Altri pensano piuttosto che il vocabolo sia derivato dal termine arabo “ el kimya “ , che vuol dire “ la chimica”. Altri ancora ritengono che derivi dal termine ebraico “shemesh”, che designa il Sole. Altri ancora situano le origini dell’alchimia in Cina , all’epoca di Lao-Tse, a cui si ricollega il Taoismo.


Comunque sia, i primi documenti scritti riferentesi in modo diretto all’Arte Regale risalgono al III secolo della nostra era e consistono in vari manoscritti redatti in greco . Tra l’altro, tali manoscritti affermano che Alessandria era a quell’epoca il punto di incontro degli alchimisti venuti da tutto l’Oriente. Dall’Oriente, l’alchimia si diffuse progressivamente in Occidente , dapprima tramite gli alchimisti greci del IV secolo, tra i quali Zosimo, Olimpiodoro e Sinesio, poi attraverso gli alchimisti bizantini quali Stefano, Enea di Gaza e Psello. Ma furono soprattutto gli alchimisti arabi che contribuirono al suo sviluppo , in modo particolare Ibn-Sina, più noto come Avicenna (980-1036).


Nato in Iran, fu dapprima conosciuto per aver redatto un “Canone“ utilizzato per secoli per l’insegnamento della medicina. Grande filosofo, fu inoltre l’autore di molte opere dedicate allo studio dell’anima e del suo destino. Scrisse parecchi racconti mistici , tra cui uno in cui racconta la propria ricerca sotto l’aspetto di un viaggio iniziatico . Ad un dato momento ,si interessò all’alchimia e fece delle grandi ricerche in questo campo , fino a divenire uno degli alchimisti più celebri della sua epoca.


Alla metà del XII secolo l’alchimia conobbe uno sviluppo senza precedenti in Europa, grazie alla pubblicazione in latino di un libro arabo intitolato “Turba Philosophorum”. Questo libro anonimo ed oscuro riferiva di un concilio tenuto dai filosofi greci per stabilire il vocabolario alchemico . Tra tali filosofi figuravano Anassimene , Empedocle , Socrate , Senofane ed altri pensatori dell’antica Grecia, a dimostrazione dell’interesse che attribuivano all’alchimia . Il libro fu seguito da una serie di opere anch’esse tradotte in latino ed attribuite ad Ermete Trimegisto , tra cui la celebre “Tavola di Smeraldo” ed il “Libro dei 24 Filosofi”, in cui Dio viene definito come “un Cerchio il cui centro è dappertutto e la circonferenza da nessuna parte“. Da allora, l’alchimia non cessò di svilupparsi in Occidente e contò tra i suoi adepti, personaggi celebri quali Alberto il Grande (1193-1280), Tommaso d’Aquino (1226-1274), Ruggero Bacone (1214-1294), Arnaldo di Villanova (1245-1313) e Raimondo Lullo (1235-1313).


A questi personaggi di fama succedettero altri alchimisti altrettanto celebri , ai quali dobbiamo scritti fondamentali , come Nicholas Flamel (1330-1418), Georges Ripley (1450- 1490) e Basilio Valentino (1394-1462) autore delle “Dodici Chiavi“, opera di riferimento illustrata con tavole simboliche. A seguire abbiamo poi Pico della Mirandola (1463-1494) , Cornelio Agrippa (1486-1535) e Paracelso (1493-1541) , che fu altresì grande medico e chirurgo di talento. Questi fu infatti uno dei primi a ricorrere all’omeopatia nei suoi trattamenti e ad utilizzare l’etere come anestetico durante le sue operazioni chirurgiche . Era inoltre convinto che esistesse una corrispondenza tra i vari organi del corpo umano e i pianeti del nostro sistema solare, il che spiega il suo interesse per l’astrologia, fu inoltre un chimico particolarmente brillante.


È nel XVII secolo che l’alchimia raggiunse il suo apogeo , grazie ai “Fratelli della Rosa+Croce“ , che pubblicarono nel 1616 le “Nozze chimiche di Christian Rosenkreutz“ un trattato allegorico che riferisce di un’iniziazione a connotazione alchemica.


Quanto a Michael Maier (1568-1622) , scrisse parecchie opere facenti diretto riferimento all’Arte Regale , tra cui “ Il segreto dei segreti “ e “ Atalanta fugiens “, nella quale descrive le varie tappe della Grande Opera. Ricordiamo inoltre Robert Fludd (1574-1637), celebre membro della Fraternità dell’epoca , autore di due importanti libri , quali “Chiave della filosofia e dell’alchimia“ e “Summum bonum“, in cui apparve per la prima volta il misterioso paradigma “DAT ROSA MEL APIBUS“.


Se è vero che costituì l’apogeo dell’alchimia , il XVII secolo ne segnò altresì il declino . In effetti , gli alchimisti dell’epoca , la maggior parte dei quali appartenevano alla Fraternità e conducevano una ricerca profondamente spiritualista , subirono un’opposizione sempre più grande da parte della Chiesa Cattolica , che li accusava di dedicarsi a pratiche occulte allo scopo di arricchirsi.


L’alchimia entrò , dunque, in letargo, anche se personaggi influenti quali Robert Boyle (1627-1691), Elias Ashmole (1617-1692), Thomas Vaughan (1622-1695) Isaac Newton (1642-1742) e Wilhelm Leibniz (1646-1716) continuarono a praticarla…


Nonostante le condanne religiose e politiche , l’alchimia continuò a suscitare l’interesse dei mistici del XVIII secolo, come Cagliostro (1743-1795), Jean Francois Eteilla (1738- 1791) ed Eckhartshausen (1752-1803), autore della “Nube sul Santuario”, la cui connotazione è profondamente alchemica.


Per il XIX secolo tra i più conosciuti si possono citare Cambriel , Cyliani e Tiffereau . Quanto al XX secolo , porterà l’impronta di alchimisti di chiara fama come Louis Figuier (1819-1884), Jolivet Castellot (1868-1937), Fulcanelli (1877-1932), il suo discepolo Eugène Canseliet (1899-1982), Bernard Biebel, Eric Maré…


In conclusione, l’alchimia corrisponde ad una via mistica che avrà sempre degli adepti , perché anche nella sua applicazione materiale rispecchia un desiderio innato di trascendere la materia e di avvicinarsi al Creatore.


“Per questo mi chiamano Ermete Trimegisto, perché sono divenuto Maestro delle tre parti di Saggezza del mondo intero. Con questa dichiarazione si conclude quanto devo dire sul capolavoro dell’Arte Alchemica, l’Opera Solare”.


Un Frater della SIR+C

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