La Gloria di Colui che tutto move per l’Universo penetra e risplende, in una parte più e meno altrove. Nel ciel che più di sua luce prende fui io e vidi cose che né può né sa chi di lassù discende perché appressando sé al suo disire nostro intelletto si profonda tanto che dietro la memoria non può ire. – Dante, I Canto, Paradiso
Così, con mirabile sintesi, Dante nella sua ascensione al Paradiso ci porta nell’esperienza della Luce divina, agente della vita universale, causa di tutte le energie e nello stesso tempo mediatrice e ministro delle volontà divine.
Le terzine dantesche fanno emergere l’esistenza di zone meno ‘illuminate’ dalla Gloria del Padre, svelandoci l’esistenza di una diversa gradazione della Luce che, degradando nelle zone più tenebrose del suo percorso, capovolgendosi, si rifletterà in Luce astrale, denominata anche Daemon, o Deus Inversus.
Nel piano astrale, secondo la visione occultista di Eliphas Levi, governa Lucifero, principe del nostro Mondo, l’angelo ribelle aiutato da legioni di ‘disobbedienti’, individuato come il detentore della Luce astrale.
Eliphas Levi identifica la Luce Astrale proprio con Lucifero, definendo questa corrente magnetica o vitale nel seguente modo:
Esiste nella natura una forza più potente del vapore. Questa forza era conosciuta dagli antichi. Essa è in un agente universale la cui legge suprema è l’equilibrio. Questo agente, di cui una prima manifestazione è la forza magnetica, forma la materia prima della Grande Opera degli iniziati del Medio Evo.
Simbolicamente il Drago è l’antico glifo della Luce Astrale, il Principio primordiale che è la “Saggezza del caos”, essa è il piano inferiore ed il mondo dell’Anima Mundi, la sua natura è Spirito-Materia, è Padre-Madre: parte dal più puro piano spirituale , scende gradualmente fino a divenire grossolana e, sul nostro piano, diventa il Serpente tentatore ed ingannatore (la forma del serpente è un’immagine per esprimere il moto vibratorio della Luce Astrale).
Lucifero, identificato simbolicamente nella Luce Astrale, è una forza intermediaria esistente in tutto il creato, serve a creare ed a distruggere, così come la natura del fuoco: l’uso corretto ed equilibrato riscalda e vivifica, l’eccesso sconvolge e distrugge, infatti, come agente negativo e disequilibrante, essa è il fuoco dell’inferno.
La Luce Astrale è duale e racchiude in sé le due polarità maschile e femminile, dove la sua parte maschile è puramente divina e spirituale – lo Spirito, la Saggezza – mentre la parte femminile è contaminata con la materia, e quindi negativa.
E’ bene ricordare che per gli Gnostici, Sophia era la Saggezza Divina, mentre Sophia Achamoth personificava l’Etere, la Luce Astrale inferiore e fra la Luce Astrale e l’Akasha (Anima Mundi) esiste lo stesso rapporto che passa fra Satana e la Divinità.
Essa è il principio vitale di ogni creatura vivente e fornisce all’uomo l’anima astrale, di cui sono dotati tutti gli esseri viventi ed il corpo umano è carico proprio di questa luce astrale.
La Luce Astrale è il Karma dell’Umanità, un’entità personale ed impersonale che compendia la luce visibile e quella invisibile; essa è nello stesso tempo creativa e distruttiva e può essere considerata come un aspetto del “Fuoco vivente”.
L’anima della Luce Astrale è divina, ma il suo corpo è infernale e nello Zohar viene rappresentata con la Testa Magica, mentre molto più poetica è l’immagine della mitologia scandinava che la rappresenta sotto forma di rugiada che cade durante la notte.
E’ interessante notare che nella religione egizia il dio Ptah, che crea con la sua parola, detentore del Logos, agente divino di luce, possiede un corrispettivo più basso, analogo al piano astrale della tradizione occidentale.
Come ben descrive Paul Sedir, nel suo libro Il segreto dei Rosa+Croce:
L’essenza delle Tenebre è una cosa tenue, inafferrabile ed incorporea, assai più sottile dell’aria e dell’acqua; il loro rimedio è dunque una cosa della stessa natura, spirituale e che penetra tutto; è il riverbero della santità, è la purificazione interiore, colla quale l’uomo forma in se stesso un’immagine sempre più rassomigliante della sorgente di ogni Luce.
Sedir, con sottile eleganza, ci indica il percorso tutto rosacrociano di purificazione interiore, strumento necessario per pulire l’adepto delle scorie astrali e giungere così al piano superiore del divino dove la vera Luce trasforma l’uomo nelle sue primigenie forme, così come descrive Alexia Ragot in “L’etoile flamboyante”:
Lo scopo di questa elevazione è di riportare l’uomo alle sue origini per trovare la sua vera natura, i suoi attributi pre-caduta. Deve rinascere alla sua vera natura, rinascere come Adam Cadmon.
Il cammino indicato dalla Rosa+Croce cerca l’equilibrio tra la via secca e quella umida, catalizzando le energie alchemiche per passare al centro; ‘il Grado della Luce’ rosacrociano, infatti, non segue solamente il percorso nordico del ‘rigore’, della ritualità magica, né la via mistica pura, ma con equilibrio lavora interiormente, aiutato dallo Spirito Santo, modulando la sua azione tra i due sentieri, per giungere alla trasmutazione del Fuoco.
La via secca, propria della colonna Boaz, viene ben rappresentata da Papus – sia pure con visione rosacrociana – in “Cosa deve sapere un Maestro Massone”, nell’esegesi dei gradi massonici del Rito Scozzese Antico e Accettato dal 22° al 28° grado.
Qui, infatti, il dottor Encausse, con mirabile intuito, ci conduce dal Cavaliere dell’Ascia Reale – nel Rito di Perfezione era il Principe del Libano, (l’ascia è lo strumento per abbattere l’entità malvagie e negative) – al Cavaliere del Sole, passando per il Capo del Tabernacolo, 23°, Principe del Tabernacolo, 24°, gradi in cui il terreno d’azione è il piano astrale, al Cavaliere del Serpente di bronzo, dove l’adepto riesce a sottomettere proprio le forze astrali rappresentate simbolicamente dal Serpente, per approdare infine al Sole divino del 28° grado, là nel ciel che più di sua Luce prende.
Cammino magico quest’ultimo, contrapposto alla via mistica del cuore rappresentata dalla colonna Jakin, che passa per la grazia di Chesed, là dove l’anima dell’uomo è la terra naturale del verbo, come ci insegna Louis Claude de Saint Martin, percorso privo di ridondanti formule e complicate ritualità, incentrato sulla preghiera purificatrice vero alimento dei corpi sottili di cui l’uomo è costituito.
Attraverso sia la purificazione alchemica dei quattro elementi che grazie allo strumento vivifico della preghiera, l’aspirante rosacroce procede verso la Luce divina, vero Cavaliere del Cristo che:
Fa vivere anche coloro che commettono atrocità nel suo Nome, come il Sole rischiara i buoni e i cattivi sparsi nelle sette regioni planetarie del suo sistema.Papus
E inchinandosi davanti all’Altare della Rosa+Croce verrà accolto come petalo della Rosa Mistica, bagnato di quella rugiada di Luce dal sapore tutto druidico.
Una Soror della SIR+C
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